L'Osservatorio meteorologico storico dell'Università di Genova è da sempre situato nell'edificio del '600, sede dell'Università di Genova, sito in via Balbi 5 a Genova. Punto di forza dell'Osservatorio, di fondamentale importanza per la sua serie storica di dati, è il fatto di essere sempre stato posizionato nello stesso luogo e di non avere interruzioni nella lunga serie di dati registrati.
Un aspetto che merita forse più che un accenno, è il senso del dovere che ha permeato l'attività di tutti gli osservatori. Dall'inizio delle misure fino al 31 dicembre 1993, data dopo la quale è entrata in funzione permanente la stazione automatica, sono pochissime le occasioni che non hanno consentito di effettuare le letture degli strumenti. Anche nei periodi in cui imperversarono fatti bellici o vi fossero accadimenti personali gravissimi non è mai mancato da parte degli osservatori lo svolgimento dell'attività istituzionale.
Ad esempio, il Prof. Giacinto Grillo ebbe a scrivere queste note nell'aprile 1849, inserendo anche richiami di carattere storico, quando le truppe dei Bersaglieri bombardarono ripetutamente la città per sedare l'insurrezione, le cui cause proprie vanno ricercate nelle vicende che hanno seguito l'annessione della Repubblica di Genova al Regno di Sardegna:
"Il marinaio del Regio Arsenale di Marina, incaricato di osservare l'altezza del livello del mare e dell'idrometro e di recarne quotidianamente la nota a questo Osservatorio, essendosi allontanato da quel luogo, attesi gli avvenimenti deplorabili succeduti in questo giorno e nei successivi, resta perciò interrotta per ora la serie di quelle osservazioni.
Le ultime osservazioni del giorno 4, le prime del 6 e tutte quelle del 5 hanno il pregio singolare di essere fatte sotto il fuoco continuo delle artiglierie collocate sui bastioni di San Benigno, la cui fronte situata dirimpetto a questo Osservatorio ne è soltanto lontana duemila metri: bocche le quali servite dai nostri fratelli Piemontesi sotto gli ordini del generale Alfonso della Marmora, meno scrupolosi che nol furono l'anno scorso all'assedio di Peschiera, ci regalano nonostante i santi giorni che corrono, proietti d'ogni specie comprese bombe e granate, alcuni de' quali colpiscono la stessa Università ed altri punti vicinissimi all'Osservatorio”.
Un sentito ringraziamento a Roberto Pedemonte per il suo contributo nella ricostruzione della storia dell'Osservatorio.