Osservatorio meteorologico storico dell'Università di Genova (dal 1833)

vista
"... avvenne nell'anno 1832, quando si decretò fosse eretto nella Regia Università un Osservatorio meteorologico, e si provvide perché fossero eseguite le osservazioni con tutta quella regolarità e precisione che il progresso della scienza e la maggior perfezione degli strumenti permettevano d'introdurvi."

L'Osservatorio meteorologico storico dell'Università di Genova è da sempre situato nell'edificio del '600, sede dell'Università di Genova, sito in via Balbi 5 a Genova. Punto di forza dell'Osservatorio, di fondamentale importanza per la sua serie storica di dati, è il fatto di essere sempre stato posizionato nello stesso luogo e di non avere interruzioni nella lunga serie di dati registrati.

1833
Giacomo Garibaldi, all'epoca professore di fisica generale e sperimentale, fu incaricato di costituire l'apparato scientifico e si premurò di supervisionare l'acquisto di apparecchiature fra le più moderne dell'epoca.

1874 - 1878
Negli anni '70 dell'800 si sentì la necessità di equipaggiare l'Osservatorio di nuovi e più perfezionati strumenti, collocati in modo migliore e in una sede più comoda. Il direttore, Prof. Pietro Maria Garibaldi, ebbe cura di operare questo ammodernamento.

1947
La seconda guerra mondiale lasciò il segno anche nell'edificio universitario. Nel 1946, l'allora appena insediato direttore Prof. Mario Bossolasco, si prese l'onere di riorganizzare l'Osservatorio e, nell'aprile dell'anno successivo, gli strumenti furono dislocati sul terrazzo posto su colmo del tetto dello stesso palazzo, lato monte, ad una quota leggermente più elevata, ad una distanza di circa 35 metri in linea d'aria dall'originaria posizione.

1994
Termine della presenza di un osservatore dedicato, con il pensionamento della Sig.ra Anna Maria Daretti. Installazione di una stazione meteorologica "Siap" automatica, gestita dal personale del Dip.Te.Ris. (attuale DISTAV) (Responsabile: Dott. Marco Pasta).

2015
Rinnovo della centralina meteo automatica con nuova strumentazione "Siap-Micros".

2020
Nuovo responsabile scientifico dell'Osservatorio: Dott. Davide Scafidi.

2021
Rinnovo del supporto per i sensori (palo telescopico) e dei sensori di temperatura, umidità, vento, radiazione solare, con incremento degli intervalli di registrazione (da 1 ora a 10 minuti; 5 minuti per la pioggia).

Passaggio dell'archiviazione digitale su database relazionale "PostgreSQL".

Riconoscimento dell'Osservatorio Storico dell'Università di Genova tra le "Centennial Observing Station" da parte della World Meteorological Organization (WMO).

ingresso palazzo

Un aspetto che merita forse più che un accenno, è il senso del dovere che ha permeato l'attività di tutti gli osservatori. Dall'inizio delle misure fino al 31 dicembre 1993, data dopo la quale è entrata in funzione permanente la stazione automatica, sono pochissime le occasioni che non hanno consentito di effettuare le letture degli strumenti. Anche nei periodi in cui imperversarono fatti bellici o vi fossero accadimenti personali gravissimi non è mai mancato da parte degli osservatori lo svolgimento dell'attività istituzionale.

Ad esempio, il Prof. Giacinto Grillo ebbe a scrivere queste note nell'aprile 1849, inserendo anche richiami di carattere storico, quando le truppe dei Bersaglieri bombardarono ripetutamente la città per sedare l'insurrezione, le cui cause proprie vanno ricercate nelle vicende che hanno seguito l'annessione della Repubblica di Genova al Regno di Sardegna:

"Il marinaio del Regio Arsenale di Marina, incaricato di osservare l'altezza del livello del mare e dell'idrometro e di recarne quotidianamente la nota a questo Osservatorio, essendosi allontanato da quel luogo, attesi gli avvenimenti deplorabili succeduti in questo giorno e nei successivi, resta perciò interrotta per ora la serie di quelle osservazioni. Le ultime osservazioni del giorno 4, le prime del 6 e tutte quelle del 5 hanno il pregio singolare di essere fatte sotto il fuoco continuo delle artiglierie collocate sui bastioni di San Benigno, la cui fronte situata dirimpetto a questo Osservatorio ne è soltanto lontana duemila metri: bocche le quali servite dai nostri fratelli Piemontesi sotto gli ordini del generale Alfonso della Marmora, meno scrupolosi che nol furono l'anno scorso all'assedio di Peschiera, ci regalano nonostante i santi giorni che corrono, proietti d'ogni specie comprese bombe e granate, alcuni de' quali colpiscono la stessa Università ed altri punti vicinissimi all'Osservatorio”.

note registro storico del 1849


Un sentito ringraziamento a Roberto Pedemonte per il suo contributo nella ricostruzione della storia dell'Osservatorio.