Protezione fisica dell’ambiente marino-marittimo

I porti rappresentano un ambiente antropizzato molto delicato e mettono in contatto la città e il mare aperto, e quindi la protezione dei porti durante le attività lavorative marittime è il primo passo della protezione ambientale marina. Monitorare i lavori marittimi per torbidità e dinamica permette di limitare le possibili fuoriuscite di contaminanti, siano questi metalli pesanti, IPA o microplastiche. Sempre per la dinamica, i sistemi automatici di controllo permettono di tenere sotto controllo la movimentazione e gli accosti di navi e mezzi nautici nelle aree portuali. Anche gli ambienti estremi (alte profondità e siti speciali come il Blue Hole) vengono indagati per la ricerca delle microplastiche e confrontati con ambienti decisamente più antropizzati.
 

In sintesi, le principali linee di ricerca del DISTAV riguardo queste tematiche 

  1. Micorisanamento di ambienti portuali contaminati da metalli pesanti e IPA (M. Capello, S. Di PiazzaM. Zotti)
  2. Monitoraggio fisico ambientale, dei lavori in ambiente marino-marittimo, per la protezione ambientale (M. Capello)
  3. Sicurezza della navigazione in ambienti portuali (M. Capello)
  4. Studio della salute della acque marine dal punto di vista delle microplastiche a partire da differenti matrici ambientali (acqua, sedimento, biota) (M. Capello)
  5. Ricerca di microplastiche in ambienti estremi: le alte profondità del Mar Ligure ed il Blue Hole dell’Arcipelago delle Maldive. (M. Capello, M. Montefalcone)
Ultimo aggiornamento 21 Dicembre 2022