I porti rappresentano un ambiente antropizzato molto delicato e mettono in contatto la città e il mare aperto, e quindi la protezione dei porti durante le attività lavorative marittime è il primo passo della protezione ambientale marina. Monitorare i lavori marittimi per torbidità e dinamica permette di limitare le possibili fuoriuscite di contaminanti, siano questi metalli pesanti, IPA o microplastiche. Sempre per la dinamica, i sistemi automatici di controllo permettono di tenere sotto controllo la movimentazione e gli accosti di navi e mezzi nautici nelle aree portuali. Anche gli ambienti estremi (alte profondità e siti speciali come il Blue Hole) vengono indagati per la ricerca delle microplastiche e confrontati con ambienti decisamente più antropizzati.
In sintesi, le principali linee di ricerca del DISTAV riguardo queste tematiche
- Micorisanamento di ambienti portuali contaminati da metalli pesanti e IPA (M. Capello, S. Di Piazza, M. Zotti)
- Monitoraggio fisico ambientale, dei lavori in ambiente marino-marittimo, per la protezione ambientale (M. Capello)
- Sicurezza della navigazione in ambienti portuali (M. Capello)
- Studio della salute della acque marine dal punto di vista delle microplastiche a partire da differenti matrici ambientali (acqua, sedimento, biota) (M. Capello)
- Ricerca di microplastiche in ambienti estremi: le alte profondità del Mar Ligure ed il Blue Hole dell’Arcipelago delle Maldive. (M. Capello, M. Montefalcone)